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SULL´ INSEGNAMENTO ARTÍSTICO

Guido Strazza
Director del Instituto de Arte i Mestieri. Roma. Italia
Resumen:

Curso de vetristica en el Conservatorio Europeo de Arte e Mestieri

 

Hoy la enseñanza artística, especialmente la de más alto nivel, se encuentra en crisis, toda vez que uno de sus fundamentos: su relación con la sociedad, no esta resuelto.

Se enseña arte, pero relegados a los estudiantes y a los profesores a una especie de limbo muy alejado de la realidad. Donde se habla todos los días con los Ángeles, y donde se trabajando según viejos y románticos cánones, pero extraños y distantes de laproducción de bienes y servicios que la sociedad reclama.

Este es un tema de profundas implicaciones que requiere una seria reflexión desde dentro, para poder enviar un claro mensaje al exterior definiendo a los docentes comofiguras socialmente útiles y llamando a la plena utilización de las competencias de losdiplomados.

Es verdad que los centros se ocupan más de formar artistas que de desarrollarcompetencias estéticas en todos los niveles de utilización. Falta claridad acerca de cualha de ser la finalidad de la instrucción artística que debe recuperar su esencia originalque no es otra que la de formar descifradores de aquello que aparece como un caos, esdecir un organizador de signos.

Identificamos al artista como un constructor de lenguajes, que plantea para nuestraenseñanza la necesidad de una didáctica artística como estudio general del medio y delos métodos de la comunicación visual. Una didáctica que no se autoexcluya del mundoproductivo y que sea centro de investigación y referencia para cuanto supone lacreación, la valoración y la interpretación estética en el campo de lo visual en nuestro tiempo.


Abstract:

Today the Art Teaching, specially the one of the highest level, it´s in crisis, every time one of its foundations: its relationship with the society, it isn´t resolute. Art is taught, but the students and the professors are relegated to a kind of limb moved away from the reality. Where it is spoken every day with the Angels, and where is working according to old and romantic precepts, but strange and distant from the production of goods and services thatthe society claims.

This it is a subject of deep implications that requires a serious reflection from within, in order to be able to send a clear message to the outside defining to the educational ones like socially useful figures and calling to the total use of the competitions of the graduates.

It is true that the centers take care more to form artists than to develop aesthetic competitions in all the levels of use. There´s no enough clarity about what is the purpose of the artistic instruction that must recover its original essence that is not other than the one to form decoders of what it appears like a chaos, it is to say an organizer of signs.

We identified to the artist like a constructor of languages, which it raises for our teaching the necessity of an art didactics as general study of the means and the methods of the visual contact. A Didactic that is not excluded itself of the productive world and which is not research center and reference for whatever supposes the creation, the valuation and the aesthetic interpretation in the field of the visual culture in our time.


Finita da tempo l´epoca delle certezze estetiche, ma conservate e operanti ancora le impalcature ideologiche che le sostenevano, l´insegnamento artistico, specie quello al più alto livello delle Accademie, il più esposto all'attrito tra artisticità e utilità, si è fatto notoriamente problematico: perché in crisi nei suoi fondamenti, irrisolto (e quindi inefficace) nel suo rapporto con la società.

Si insegna arte, ma cosa vuol dire in realtà, e che collocazione ha questo insegnamento nel sistema moderno di produzione di beni e di servizi e di idee? Sono interrogativi forti che, irrisolti alla base e, in genere, solo parzialmente affrontati (parlo del mio paese), non solo minano il senso, l´efficacia e l´utilità delle competenze che in qualche modo sono in grado di fornire, ma relegano gli uomini, studenti e insegnanti che popolano le Accademie, in una specie di limbo per anime belle distaccate dalla realtà. A chi esce da queste scuole, circondate peraltro da un rispetto e da una considerazione molto simili però a quelli che si potrebbero avere per un asceta che vive appartato perché parla tutti i giorni con gli angeli e non può nuocere a nessuno, il mondo del lavoro riconosce un´artisticità che è sottintesa, secondo vecchi canoni romantici, estranea alla produzione di beni e di servizi.

Non c'è, naturalmente, in simili atteggiamenti, alcuna malevolenza preconcetta nei riguardi degli artista; anzi! possiamo ragionevolmente vedervi la volontà inconscia di preservarne il valore simbolico del diverso, ma dobbiamo altrettanto ragionevolmente e decisamente rilevare che un simile atteggiamento è segno inequivoco di una cultura irrisolta, moderna nella tecnica ma antiquata e concettualmente sfasata nei confronti delle problematiche dell'estética.

Non è il caso, in questa sede, di approfondire nei particolari e nelle sue profonde implicazioni sociali questo serissimo problema che investe la qualità globale di una società, ma, rimanendo nell´ambito dell´insegnamento artistico e sperando di dare un contributo di chiarezza, vorrei indicare alla vostra attenzione ciò che ritengo essere, al nostro interno, forte impaccio ad una chiara identità deidocenti come figura socialmente utilele e necesaria e, al nostro esterno, freno o addirittura impedimento alla piena utilizzazione delle competenze di un diplomato delle Accademie.

Suecede che l´istruzione artistica, nonostante l´apertura volonterosa (ma non concettualmente maturata) a molte novità, fonda ancora le sue ragioni sull´idea che suo scopo sia quello di formare degli artisti e non di fornire le competenze estetiche disponinibili a tutti i livelli di utilizzazione: da quello propriamente artistico creativo di chi, per volontà e talento propri è in grado di raggiungerlo, a quello, non meno importante e serio, specialmente dal punto di vista della scuola, di chi, pur non avendo la vocazione o il talento dell´artista, è però pienamente abilitato all´uso del linguaggio artistico.

E´ necessario chiedersi cosa significhi essere artista e, di rimando, quale possa o debba essere la finalità dell´ istruzione artistica.

Accantoniamo le idee romantiche dell´artista tutto genio e sregolatezza e vediamolo senza remore e senza scrupoli per quello che è sempre stato ed è all´origine: un decifratore, un ordinatore di ciò che ad altri appare come caos.

Un uomo che costruisce i paesaggi dell´immaginazione rendendo possibile il riconoscimento del mondo e la sua definizione in forme, nomi e misure. Diciamo che l´artista non è colui che vaga nella fantasía gratuita ma è, prima di tutto, colui che pone le basi di ogni possibile comunicazione: un organizzatore di segni.

E´ questo il punto sul quale credo che valga la pena di soffermarsi perché identificando l´artista come costruttore di linguaggi ci si apre la possi-bilità, ma io direi necessità, della didattica artistica come studio generale dei mezzi e dei metodi della comunicazione visiva rispetto ai quali gli stili (soggetto ideale dell´insegnamento tradizionale) sono solo casi particolari di un sistema generale di organizzazione di segni variamente definibili e aggregabili e, per questo, variamente utilizzabili nell´ambito puramente artistico, ma anche in quello delle infinite utilizzazioni relative all´immagine e dovunque abbia senso una competente valutazione estetica.

Questo equivale ad affermare che la creatività non è esclusiva delle opere d´arte ma è parte integrante, a diversi livelli e in diversi modi, di ogni elaborato segnico la cui costruzione, che può essere di volta in volta pittorica o scultorica o grafica o qualsiasi cosa, ha in sé le basi logiche del suo potere significante particolare.

E´ necessario dire immediatamente che inventare un linguaggio segnico, cioè un sistema di segni in qualche modo significante, è condizione necessaria ma non sufficiente per una creazione artistica dalla quale ci si attende molto di più di una semplice ed elementare comunicazione. In generale un linguaggio non è di per sé artístico finché non interviene nella sua organizzazione la QUALITA ´, cioè quell´insieme di microvarianti che di un segno o di un´aggregazione di segni con significati codificati, fanno un segno che porta provocazione ad altri significati inattesi.

E´ qui, credo, nella capacità di istituire un linguaggio e di forzarne contempo­raneamente la logica interna con interventi sulla qualità , che sta la forza convincente dell´intervento dell´artista e, di conseguenza, che può fondarsi la ragione e la metodologia di una didattica moderna che non si autoescluda dal mondo produttivo e, insieme, sia centro di indagine e riferimento per quanto attiene alla creazione, alla valutazione e all´interpretazione estetica nel campo del visivo.

Si può intravvedere una scuola laboratorio per una ricerca segnica perenne (perché i nostri rapporti con i segni sono mutevoli) che dia per questo garanzia della vitalità problematica della quale si nutre la creatività, mettendosi altresi propio urquesto in grado di attingere alla grande tradizione (antica e moderna) senza esserne oppressia.

Forse vi ho raccontato un mio sogno, ma non credo. Troppi segni ci dicono che questa, anche se non in termini così secchi, é la via per la quale stiamo tentando di andare e in qualche modo, attraverso gli incontri e gli scambi Erasmus già stiamo puntigliosamente precisando idealmente, ma vorrei augurarmi che questi argomenti fossero approfonditi e concretizzati in proposte europee per far sì che al previsto libero scambio del lavoro previsto per il 1993 il nostro popolo di artisti sia chiamato a partecipare professionalmente a pieno titolo, per sua utilità e di coloro che sapranno approfittarne. Credo infatti che la separatezza tra attività artistica e mondo del lavoro professionalmente inteso costituisca una perdita qualitativa per la società civile e non vedo quale altra istituzione europea possa, meglio dell´Erasmus, farsi promotrice del 1´approfondimento di questo problema vitale e significativo e delle eventuali proponte di orientamiento didattico e legislative per avviarlo a soluzione.